La cooperazione internazionale della Svizzera – Rapporto annuale 2018
«Oggi l’umanità ha raggiunto il massimo livello di benessere di tutti i tempi. Viviamo meglio, più a lungo, più sani e sicuri che mai. Negli ultimi decenni, nei Paesi in via di sviluppo e in quelli emergenti circa un miliardo di persone è riuscito a sfuggire alla povertà.
Ma assistiamo anche a ricadute e involuzioni. Settecento milioni di esseri umani vivono ancora in condizioni di povertà estrema e settanta milioni di persone sono in fuga. Nei prossimi anni, nell’Africa subsahariana centinaia di milioni di bambini saranno alla ricerca di un lavoro. La mancanza di prospettive, il cambiamento climatico e lo scarseggiare delle risorse idriche rischiano di scatenare flussi migratori inimmaginabili.»
Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch
Direttrice SECO
«La cooperazione internazionale della Svizzera conserva la sua importanza. Riduce la povertà e lo stato di bisogno, contribuisce allo sviluppo delle persone e delle economie nazionali, promuove la pace e contribuisce alla gestione di sfide di portata globale come le conseguenze del cambiamento climatico. Nel 2018 il rapporto intermedio sull’attuazione del messaggio 2017–2020 sulla cooperazione internazionale della Svizzera ha confermato che il nostro Paese è sulla buona strada: l’85 per cento dei progetti valutati centra gli obiettivi.»
Manuel Sager
Direttore DSC
Affrontare le sfide globali
Sfide globali come il cambiamento climatico, la malnutrizione, la scarsità d'acqua, la migrazione irregolare e le crisi sanitarie incidono sempre di più sullo sviluppo sostenibile nei Paesi a medio e basso reddito. In qualità di Paese mediatore neutrale con competenze riconosciute, la Svizzera si impegna a sviluppare soluzioni efficaci a livello multilaterale.
Affrontare crisi, catastrofi e fragilità
La protezione e il sostegno alle vittime di crisi e catastrofi umanitarie sono priorità della cooperazione internazionale della Svizzera, il cui impegno si concentra in particolare sui contesti fragili.
Garantire risorse e servizi per tutti
La cooperazione internazionale della Svizzera si impegna per migliorare le condizioni di vita di donne e uomini poveri e vulnerabili. Una vita dignitosa presuppone un accesso permanente
alle risorse e ai servizi necessari.
Incentivare una crescita economica sostenibile
La Svizzera vuole permettere ai suoi Paesi partner di realizzare una crescita economica sostenibile e inclusiva. La crescita deve essere condivisa da tutte le fasce della popolazione e non deve compromettere il benessere delle generazioni future. La sua realizzazione presuppone un aumento e un miglioramento degli impieghi e un contesto economico propizio. Una crescita sostenibile offre alla popolazione nuove opportunità e prospettive e riduce i rischi globali.
Rafforzare Stato di diritto, democrazia e istituzioni
La Svizzera è un Paese che vanta una lunga tradizione democratica. Proprio grazie alla sua esperienza, aiuta altri Paesi a sviluppare lo Stato di diritto e strutture democratiche e a rafforzare
le loro istituzioni, tanto sul piano nazionale quanto su quello locale, per far nascere società pacifiche e stabili nei Paesi partner.
Promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali
Tramite la cooperazione internazionale, la Svizzera si impegna per il rispetto, la tutela, la promozione e lo sviluppo dinamico dei diritti umani. Porta avanti un dialogo politico in diversi Paesi partner e opera nell’ambito di varie istituzioni multilaterali.
Donne e uomini sullo stesso piano
Le disparità di genere costituiscono uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla lotta contro la povertà. Obiettivo della Svizzera è permettere sia alle
donne che agli uomini di beneficiare degli stessi diritti per poter sviluppare il loro potenziale e valorizzare le loro risorse.
La migrazione in primo piano
Povertà e migrazione sono tra le principali sfide globali. Le persone emigrano per diverse ragioni. Alcuni lasciano il loro paese a causa della violenza e dei conflitti. Altri perseguono migliori prospettive di lavoro. Un lavoro dignitoso è probabilmente il mezzo più efficace contro la povertà. Nuovi e migliori posti di lavoro sono la chiave di uno sviluppo economico che coinvolge il maggior numero possibile di persone e riduce le pressioni migratorie.
Obiettivo efficacia
Con il suo lavoro la Svizzera punta a raggiungere buoni risultati e un alto grado di efficacia. Con vari tipi di rapporti informa l’opinione pubblica sui risultati conseguiti nel quadro dei suoi programmi, progetti e strategie nonché sui miglioramenti delle condizioni di vita delle popolazioni beneficiarie.
Statistiche 2018
La cooperazione internazionale attuata dalla DSC e dalla SECO costituisce la parte essenziale dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APD) della Svizzera, che comprende anche i contributi di altri uffici federali e l'aiuto dei cantoni e dei comuni svizzeri.
Aiuto umanitario
L’Aiuto umanitario della DSC si concentra su interventi locali e a favore di una maggiore consapevolezza del diritto internazionale pubblico, con particolare attenzione alla protezione della popolazione civile più colpita.
Spesa della SECO per obiettivi
Le misure di politica economica e commerciale della SECO hanno quattro obiettivi d'efficacia. Essi sono: istituzioni e servizi efficaci, aumento e miglioramento dell'occupazione, commercio e competitività rafforzati e un'economia a basse emissioni e resiliente ai cambiamenti climatici. Essi contribuiscono tutti a una crescita sostenibile e inclusiva.
Cooperazione allo sviluppo della DSC
Attraverso oltre 500 programmi e progetti, la cooperazione allo sviluppo della DSC concentra le sue attività su dieci temi, fissando le priorità in funzione delle esigenze dei suoi 21 Paesi e regioni partner nel Sud.
I temi dell’uguaglianza tra donne e uomini e del buongoverno sono trattati al contempo come temi trasversali e settoriali.
Cooperazione di transizione della DSC nei paesi dell'Est Europa
Per impiegare efficientemente i mezzi a favore della cooperazione con l'Europa dell'Est la Svizzera concentra i suoi sforzi su determinati temi. I criteri per definire le priorità sono le esigenze regionali e il loro potenziale, nonché le conoscenze della Svizzera sui temi. Ovviamente sono determinanti anche gli interessi politici.
Europa, Africa del Nord e Medio Oriente
La cooperazione svizzera con l'Europa dell'Est sostiene i Balcani occidentali e i paesi dell'ex Unione sovietica nel loro passaggio all'economia sociale di mercato e alla democrazia. La Svizzera contribuisce così alla stabilità nella regione e migliora le aspettative di vita dei suoi abitanti.
I progetti in Africa del Nord sono incentrati su democrazia e diritti umani, sviluppo economico e occupazione inclusivi e sostenibili, questioni in materia di migrazione e protezione.
Gli interventi della DSC in Medio Oriente sono finalizzati alla protezione di profughi e persone bisognose, al loro approvvigionamento di base e alla gestione sostenibile delle risorse idriche.
Africa subsahariana
La
cooperazione internazionale della Svizzera consacra oltre un terzo delle sue
risorse all'Africa subsahariana.
L’accento è posto sull’accesso delle popolazioni svantaggiate alle
prestazioni sociali di base (servizi sanitari, educazione), alle
infrastrutture (acqua), al lavoro e al reddito e a una crescita
sostenibile.
Molte regioni dell’Africa subsahariana sono segnate da crisi croniche per
le quali non si intravedono miglioramenti significativi e nelle quali la
popolazione colpita ha ciclicamente o durevolmente bisogno di assistenza
umanitaria. In questi contesti, l’aiuto umanitario è integrato in strategie
comuni messe a punto con gli altri partner della cooperazione internazionale.
Asia
Attraverso l'aiuto alla transizione a favore dei Paesi dell'Asia centrale, la Svizzera sostiene la gestione delle risorse idriche a livello regionale e nazionale, lo sviluppo del settore privato e le riforme del settore pubblico e del sistema sanitario.
L’impegno della DSC in Asia si concentra in quattro Paesi e due regioni che attestano tuttora un indice di povertà multidimensionale molto elevato, ad esempio in termini di reddito, mancanza di sicurezza, accesso limitato ai servizi di base, malnutrizione cronica, vulnerabilità alle crisi ecologiche ed economiche e discriminazione sociale e etnica di vasti gruppi di popolazione.
America latina
I programmi della DSC riguardano i settori della governance locale e della decentralizzazione, la creazione di impieghi e di redditi, il cambiamento climatico e l'acqua. Nei contesti fragili (Honduras, Haiti) l'accento è posto sulla prevenzione della violenza, la promozione dei diritti dell'uomo e il rafforzamento dello Stato.
In Perù, la SECO sostiene principalmente lo sviluppo delle strutture economiche, la competitività del settore privato e l'accesso ai servizi pubblici. In Colombia, dove alcune parti del Paese sono ancora fortemente colpite dalla presenza di gruppi armati e dalla criminalità organizzata, la SECO crea opportunità economiche e contribuisce così a una pace duratura.
Ripartizione ed evoluzione della spesa della DSC
Per raggiungere l'obiettivo fissato dal Parlamento di un tasso di aiuto pubblico allo sviluppo (APS) pari allo 0,5 per cento del reddito nazionale lordo (RNL), le risorse destinate alla DSC sono cresciute costantemente fino al 2015.
A partire dal 2016 i crediti per la cooperazione internazionale sono stati fortemente influenzati dalle misure di riduzione dei costi decise dal Consiglio federale e approvate dal Parlamento (programma di stabilizzazione e freno all'indebitamento).
Ripartizione ed evoluzione della spesa della SECO
Le risorse destinate alla SECO sono gradualmente aumentate con l'obiettivo di raggiungere l'obiettivo di un tasso APS/RNL dello 0,5% entro il 2015.
A partire dal 2016 le risorse sono gradualmente diminuite a causa delle misure di riduzione dei costi della Confederazione che, in proporzione, hanno avuto un impatto particolarmente forte sui crediti della cooperazione internazionale.
Spesa bilaterale per regione
La DSC concentra le sue attività soprattutto sui Paesi a basso reddito. Nel 2018, la metà della spesa bilaterale è stata destinata all'Africa e al Medio Oriente, un quarto all'Asia meridionale e orientale e il restante quarto all'America latina e all'assistenza alla transizione in Europa e in Asia centrale.
La SECO è soprattutto attiva nei paesi a medio reddito. L'assistenza alla transizione nell'Europa orientale rappresenta oltre un terzo delle spese del 2018. L'Asia meridionale e orientale, l'Africa subsahariana e l'America latina sono, in parti quasi uguali, le altre principali regioni beneficiarie.
La Svizzera nel confronto internazionale APS 2018
Nel 2018 i contributi degli Stati membri del Comitato di aiuto allo sviluppo (CAS) destinati all’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) hanno raggiunto i 153 miliardi USD statunitensi. Con un rapporto APS / RNL dello 0,44%, la Svizzera si situa al di sotto della media dei paesi dell'UE (0,47%). La Svizzera mantiene comunque l’ottava posizione nella classifica dei Paesi membri del CAS basata sul confronto del rapporto APS/RNL.
In termini di volume finanziario, Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Giappone e Francia sono i principali paesi donatori. La Svizzera si situa al dodicesimo posto in termini assoluti.
Composizione ed evoluzione dell'APS della Svizzera
La cooperazione internazionale attuata dalla DSC e dalla SECO rappresenta quasi l'80% dell'APS totale. Alcuni costi relativi all'accoglienza dei richiedenti asilo in Svizzera sono contabilizzati come APS: la loro quota oscilla tra l'8% e il 21% a seconda dell'anno. La parte restante comprende altri contributi della Confederazione, tra cui l'alleggerimento bilaterale del debito nel 2005 e nel 2009, nonché dei cantoni e dei comuni svizzeri.
L'aumento delle risorse per la cooperazione internazionale fino al 2015 ha permesso di raggiungere l'obiettivo fissato dal Parlamento di un tasso di APS/RNL dello 0,5% nello stesso anno. Dal 2017, l'APS è diminuita a causa dei minori costi di asilo e delle misure di risparmio dei crediti per la cooperazione internazionale. L'attuale tasso APS/RNL è sceso allo 0,44%.
Composizione ed evoluzione dell'APS multilaterale della Svizzera
L'APD multilaterale comprende i contributi generali della DSC e di altri uffici federali alle agenzie internazionali di sviluppo. Le istituzioni finanziarie internazionali (IFI), compresa l'Associazione internazionale per lo sviluppo (IDA), sono i principali beneficiari dell'APS multilaterale, seguiti dalle agenzie delle Nazioni Unite e infine da altre organizzazioni internazionali.
Negli ultimi quindici anni, la quota dell'APS multilaterale è rimasta relativamente stabile, rappresentando tra il 20% e il 25% dell'APS totale.
I contributi alle organizzazioni non governative internazionali, compreso il Comitato internazionale della Croce Rossa, sono considerati APS bilaterali.
Evitare l’emissione di milioni di tonnellate di CO2 con l’edilizia a risparmio energetico
A livello mondiale, il settore immobiliare e dell’edilizia è responsabile di quasi il 40 % delle emissioni di anidride carbonica (CO2). La CO2 viene prodotta da un lato durante la fabbricazione di materiali edili, in particolare del calcestruzzo. D’altro lato, gli impianti di riscaldamento e raffreddamento degli edifici consumano una quantità enorme di energia. Le emissioni di CO2, in aumento nel mondo intero, sono una causa determinante del cambiamento climatico.
Secondo l'Agenzia internazionale dell’energia (AIE), nei prossimi anni l’aumento del fabbisogno globale di energia toccherà soprattutto l’India. L’India sta attraversando una fase di rapidissima urbanizzazione. Secondo alcune stime, da qui al 2030 saranno cementificati annualmente da 700 a 900 milioni di metri quadrati, il corrispondente della superficie del Canton Svitto.
Nel 2018 l’India ha adottato il suo primo standard nazionale per la costruzione di alloggi a risparmio energetico, elaborato per volere del Governo indiano in collaborazione con la Svizzera. La Svizzera sostiene ormai diversi Stati federati e Comuni indiani nell’applicazione pratica dello standard.
Lo standard definisce semplici regole per la costruzione di edifici:
- Nelle fasce climatiche caratterizzate da temperature elevate occorre ridurre il riscaldamento degli edifici causato dall’irraggiamento solare.
- Nelle fasce climatiche più fredde si riduce la dispersione termica per mezzo dell’involucro edilizio.
- Il fabbisogno di raffreddamento è ridotto con la ventilazione naturale.
- Un migliore utilizzo della luce diurna consente ulteriori risparmi di energia.
Adottando queste misure è possibile rendere gradevole l’ambiente dei locali senza un ulteriore raffreddamento o riscaldamento.
Nei Paesi caldi come l’India, l’accesso a edifici con temperature fresche può salvare vite, poiché le escursioni termiche estreme possono causare direttamente disturbi cardiaci e delle vie respiratorie. Gli edifici a risparmio energetico migliorano anche il livello di istruzione e l’efficienza degli utenti, poiché in locali freschi si lavora e si studia meglio. Questo principio vale in modo particolare per le numerose economie domestiche indiane a basso reddito, che non possono permettersi un impianto di climatizzazione.
Il cambiamento climatico è una sfida globale che si ripercuote sull’intera umanità. Nella graduatoria dei Paesi che emettono la maggiore quantità di gas a effetto serra, l’India si colloca al terzo posto. A causa dell’intensa attività edilizia, le sue emissioni sono destinate ad aumentare ulteriormente. Per questa ragione la Svizzera si è prefissata di impegnarsi in modo specifico nei settori in cui il suo intervento si dimostra maggiormente efficace nel ridurre questo tipo di emissioni. La riduzione dei gas a effetto serra in India, e di conseguenza un rallentamento del cambiamento climatico, recano benefici a tutti, e quindi anche alla Svizzera stessa.
Sito web (en): Indo-Swiss Building Energy Efficinecy Project (BEEP)
Il
canale ufficiale della Svizzera su Facebook per l'Agenda 2030 segnala «Better buildings = less pollution» (en)
Parità tra donne e uomini nella budgetizzazione
Nei Paesi dei Balcani occidentali la parità tra donne e uomini non è ancora realizzata, e nemmeno in Macedonia del Nord. Con il progetto «Gender responsive policies and budgets» si intende contribuire a migliorare la situazione..
Nella Macedonia del Nord le donne che lavorano sono solo circa un terzo. Con questa cifra il Paese si posiziona nettamente al di sotto della media europea, che è del 64,3%. Come noto, l’adesione all’UE è l’obiettivo dichiarato di questo Paese dei Balcani. Perciò è importante che in questo campo si realizzino dei progressi.
Le donne sono nettamente sottorappresentate anche a livello di potere decisionale: i Comuni con una sindaca sono solo sei, e la quota a livello ministeriale si attesta ad appena 16%. Di conseguenza, le donne sono toccate sproporzionatamente dalla povertà e dall’emarginazione sociale.
In una prima fase il progetto si è concentrato sul quadro legislativo e sull’attuazione a livello comunale. Nella seconda fase, attualmente in corso, la responsabilità deve essere assunto soprattutto dal Governo centrale. L’atteggiamento del Governo attuale, al potere dal 2017, è di grande apertura e bendisposto di fronte alla volontà di riforma.
Il vento nuovo che spira da allora sulla Macedonia del Nord non dipende soltanto dal nuovo nome del Paese. Il Governo si adopera visibilmente per realizzare la parità di genere nella pianificazione e nella budgettizzazione all’interno del sistema, riformando la gestione delle finanze pubbliche e agendo anche su altri piani.
I primi risultati si manifestano già ai massimi livelli: tutti i 14 ministeri competenti e varie istituzioni statali hanno previsto per l’anno finanziario corrente voci budgetarie che interessano la parità di genere. A livello locale si è investito molto nelle competenze dei Comuni, affinché essi possano impostare la loro pianificazione e la loro budgettizzazione sulle esigenze e le priorità di donne e uomini.
Allo stesso tempo, le donne vengono formate insieme alle organizzazioni non governative locali. Ciò consente loro di rivedere criticamente i bilanci comunitari e di presentare proposte di miglioramento e petizioni.
In questo modo la Svizzera sostiene la Macedonia del Nord nei suoi sforzi per tener fede ai propri impegni internazionali e per attuare le strategie nazionali per la realizzazione duratura della parità dei sessi, che costituisce un’importante condizione per l’auspicata adesione all’UE e porterà stabilità, pace e prospettive economiche al piccolo Paese dei Balcani occidentali.
Impegno multilaterale per l’aumento e il miglioramento degli impieghi
La Svizzera si impegna nell’ambito della «Small Business Initiative» promossa dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS).
Insieme per il cacao sostenibile
Entro il 2025, almeno l’80% dei prodotti del cacao importati in Svizzera dovrà provenire da coltivazioni sostenibili. A lungo termine l’obiettivo è di raggiungere una quota del 100 per cento.
Tale è l’obiettivo dell’associazione «Piattaforma svizzera per il cacao sostenibile». Nel 2018, 41 operatori del settore svizzero del cacao hanno stretto un’alleanza per unire le forze delle imprese svizzere, della società civile e della Confederazione. La Svizzera sostiene l’associazione nell’ambito di un progetto innovativo di partenariato con l’economia privata.
Video (en): Swiss Platform for Sustainable Cocoa
L’associazione persegue obiettivi comuni nella produzione del cacao, coltiva un dialogo con gli attori coinvolti e sviluppa soluzioni innovative per i problemi sociali e ambientali nella catena del valore del cacao.
Lungo l’intera catena, la sostenibilità assume un’importanza capitale: la gestione delle piantagioni, il commercio delle fave del cacao, la trasformazione e la vendita dei prodotti devono avere nei Paesi di provenienza un impatto positivo sul piano sociale, ambientale ed economico.
A livello mondiale, la coltivazione di fave del cacao garantisce il sostentamento a ben 6 milioni di contadini, i quali producono annualmente circa 4 milioni di tonnellate di cacao per la produzione di cioccolato e altri generi voluttuari. Di questi, il 3% circa viene lavorato per la produzione di cioccolato svizzero.
Sito web (en): Swiss Platform for Sustainable Cocoa
Lo sviluppo sostenibile dipende dall’emancipazione economica delle donne
Se le donne potessero partecipare alla vita economica al pari degli uomini il prodotto interno lordo globale aumenterebbe di 28’000 miliardi di dollari statunitensi, ossia del 26% (McKinsey 2015).
«Se escludiamo le donne, il mondo intero ne paga le conseguenze. La loro inclusione va a beneficio del mondo intero.»
António Guterres
Segretario generale dell’ONU
Il potenziale delle donne, che costituiscono la metà della popolazione mondiale, è ancora insufficientemente sfruttato e il divario tra donne e uomini persiste:
- Oltre 700 milioni di donne rimangono estranee al mercato del lavoro
- Per un lavoro simile, le donne guadagnano il 24% in meno degli uomini
- Le donne svolgono il triplo del lavoro non retribuito
L’inclusione e il rafforzamento delle donne nella vita economica rientrano tra le priorità della Svizzera in materia di parità dei sessi. La Svizzera si impegna nei suoi paesi partner in Africa, Asia e America latina per migliorare l’accesso delle donne alle risorse naturali (acqua, terre), ai servizi finanziari (crediti, risparmio, assicurazioni), ai mercati e alla formazione.
«Un miliardo di donne è escluso dal sistema bancario. L’eliminazione del divario di genere nell’accesso ai prodotti grazie ai servizi bancari di base potrebbe generare un reddito supplementare annuo pari ad almeno 50 miliardi di dollari statunitensi.»
Mary Ellen Iskenderian
Presidente e CEO di Women’s World Banking
In Nepal la Svizzera promuove in particolare la formazione di donne e uomini nel settore dell’edilizia. Grazie alla creazione di un servizio per la custodia dei bambini, la percentuale di lavoratrici è aumentata del 30%. L’anno scorso, più di 2500 donne hanno beneficiato di una formazione nel settore dell'edilizia e delle costruzioni in legno.
Nel Nord del Mozambico, i lavori agricoli sono svolti soprattutto dalle donne, ma la valorizzazione dei prodotti e l’accesso al mercato sono tuttora appannaggio degli uomini. Grazie al sostegno della Svizzera, le famiglie gestite da donne hanno potuto ampliare l'agricoltura di sussistenza e generare reddito attraverso la trasformazione e la commercializzazione dei loro prodotti.
In Africa la Svizzera collabora con altri donatori per promuovere l’uso di fornelli ecologici. Questa iniziativa solleva le donne da compiti come la raccolta del legno, per i quali negli ultimi anni hanno speso 370 milioni di ore di lavoro non retribuito. Hanno così più tempo per coltivare i campi o vendere ortaggi sul mercato e possono così aumentare il loro reddito.
Sito web DSC: Uguaglianza tra donne e uomini
I lavori del futuro: sfruttare il flusso piuttosto che nuotare controcorrente
La digitalizzazione renderà superfluo il lavoro dell’uomo? I posti di lavoro saranno soppressi e mai più sostituiti?
Secondo il rapporto, i robot minacciano in particolare le attività ripetitive nei Paesi industrializzati. La proporzione dei lavori eseguiti da esseri umani rimarrà sostanzialmente stabile
rispetto a quella dell’automazione. Per la Banca Mondiale, l’essere umano sarà sempre il fattore decisivo.
Nei Paesi in via di sviluppo l’incremento della produttività può avere un impatto ancor più vantaggioso sul benessere che nei Paesi industrializzati. Questa evoluzione potrà addirittura generare ulteriori posti di lavoro, ad esempio nel settore del turismo. Comunque, occorre un certo tempo prima che l’incremento della produttività dia i suoi frutti.
Il livello di istruzione della popolazione sarà determinante per lo sviluppo dell’economia. Il rapporto sullo sviluppo mondiale raccomanda ai Governi di tutti i Paesi del mondo di investire
per tempo e su tutto l’arco di vita nello sviluppo dell’essere umano.
Per questa ragione, i programmi di formazione professionale sono un elemento cardine della cooperazione svizzera allo sviluppo.
Per poter investire nello sviluppo umano, la Banca Mondiale raccomanda ai Governi di migliorare i loro sistemi fiscali in modo da aumentare il gettito. Anche questo è uno dei temi prioritari della cooperazione svizzera allo sviluppo.
Il Gruppo Banca Mondiale è una delle più importanti istituzioni che si occupano di finanziamento e trasmissione del sapere nei Paesi in via di sviluppo. La Svizzera nomina un direttore esecutivo in seno al consiglio d’amministrazione del Gruppo.
Sito web SECO (en): World Bank calls for investment in education and health
L’imprenditorialità sociale nel quadro della Blue Peace rivoluziona il settore idrico
«Mi impegno per migliorare l’accesso all’acqua
potabile pulita per le persone bisognose.»
Mohamad Fakhreddine
Cofondatore della startup libanese Clean2O
La sua impresa ha sviluppato un filtro per l’acqua ingegnoso ed economico che permette di potabilizzare l’acqua sporca nei campi profughi libanesi.
Mohamad Fakhreddine ha sviluppato la sua idea commerciale con il sostegno dell’organizzazione svizzera cewas. Cewas Middle East è il primo programma mondiale di start-up della DSC rivolto specificamente a fondatori di società nel settore idrico e delle acque reflue in Medio Oriente.
Che le startup possano avere un impatto positivo sullo sviluppo economico di un settore o addirittura di un intero Paese è noto. L’imprenditoria indipendente offre nuove prospettive alla popolazione locale e costituisce spesso l’unica via per trovare un’attività lucrativa.
Il settore idrico comporta molte sfide che le istituzioni pubbliche nei Paesi a basso e medio reddito non sono spesso in grado di affrontare da sole. Abbinando le competenze locali e l’impegno sociale ed ecologico con lo spirito imprenditoriale è possibile imprimere una spinta positiva al settore dell’acqua.
L’imprenditorialità sociale nel settore dell’acqua crea non solo opportunità di guadagno per il o la titolare della startup, ma anche la popolazione locale trae profitto da un migliore accesso all’acqua potabile e a nuove possibilità di impiego. Questo favorisce a lungo termine la stabilità nell’intera regione.
Nel 2010 la Svizzera ha lanciato l’iniziativa «Blue Peace» con l’idea che i Paesi che gestiscono insieme le loro risorse idriche non si fanno la guerra. «Blue Peace» pone l’accento sulla cooperazione transfrontaliera in materia d’acqua. La Svizzera crea spazi per il dialogo tra Paesi o tra comunità locali e il settore privato. L’accesso all’acqua è garantito per tutti a lungo termine attraverso soluzioni negoziate congiuntamente.
Con il dialogo a livello diplomatico in Palestina, Libano e Giordania, la crescita economica regionale, l’integrazione dei mercati e la necessità comune di trovare soluzioni innovative e durature nel settore idrico assumono un’importanza centrale per i Paesi partner. In questo modo il settore idrico diventa un fattore di stabilità in Medio Oriente.
PDF Global Brief: «Blue Peace: Da ideale a movimento attivo su scala globale»
Sito web (en): CEWAS
GTEX - più uguaglianza nel settore tessile
Con il «Global Textiles and Clothing Program» (GTEX) la Svizzera rafforza le capacità di esportazione di piccole e medie imprese (PMI) del settore tessile e dell’abbigliamento in Tunisia, Kirghizistan, Tagikistan, Egitto e Marocco.
Per molti Paesi in via di sviluppo, quello dell’industria tessile e dell’abbigliamento è un settore chiave per la creazione di posti di lavoro e di opportunità di reddito. Il programma GTEX aiuta le sue imprese partner a garantire buone condizioni di impiego e a rispettare standard sociali ed ecologici.
«Sono arrivato a Bishkek da Issyk-Kul perché a casa mia non trovavo lavoro. Mi piace lavorare qui per la ditta Barkhat, appoggiata da GTEX. Mi pagano bene e ho potuto persino farmi raggiungere dalla mia famiglia».
Nazgul
Cucitrice del Kirghizistan
«Partecipando al programma GTEX, la nostra ditta ha non solo incrementato la produttività, ma ha anche potuto migliorare la qualità dei nostri prodotti». Nel 2018 le nostre esportazioni verso l’Europa sono aumentate dell’80%.»
Fariza Sheisheyva
Imprensaria del Kirghizistan
Sheisheyva è contitolare del gruppo di artigiani kirghiso SAMA, che impiega soprattutto persone disabili e offre loro una formazione professionale. GTEX fornisce al gruppo SAMA una formazione nello sviluppo di prodotti e nel campo del marketing.
Grazie al sostegno del programma, nel 2018 quattro imprese artigianali hanno potuto partecipare alla fiera AMBIENTE a Francoforte, la più importante a livello mondiale, e presentare le nuove collezioni di sei produttori kirghisi. Le imprese kirghise hanno instaurato 93 relazioni d’affari e sinora hanno già ricevuto 12 commesse confermate.
PDF (en): Factsheet GTEX
Un conflitto dimenticato alle soglie dell’Europa
A causa del dilaniante conflitto che affligge l’Ucraina sin dal 2015, nelle regioni orientali del Paese vivono oltre 3,5 milioni di persone bisognose di aiuto, di cui 2 milioni – di qua e di là dal fronte – non hanno accesso a fonti di acqua potabile, a cure e ad altri servizi di base.
Nei mesi di febbraio e marzo 2018, una squadra del Corpo svizzero di aiuto umanitario si è recata nella regione di Donec’k e Luhans’k, nell’Ucraina orientale.
Si è trattato di una missione di valutazione che ha permesso di evidenziare che i bisogni umanitari nel settore dell’acqua potabile e delle cure mediche persistono. La regione di Luhans’k registra il più alto numero di nuovi casi di tubercolosi di tutta l’Europa.
Video (en): Swiss Humanitarian Aid in Eastern Ukraine
Per far fronte ai bisogni identificati, nel giugno del 2018 l’Aiuto umanitario della DSC ha organizzato una nuova serie di trasporti umanitari. L’operazione, l’ottava dal 2015, era intesa a fornire materiale di soccorso alla popolazione sui due lati del fronte. Gli autocarri dell’Aiuto umanitario hanno trasportato 1600 tonnellate di prodotti chimici per il trattamento dell’acqua e attrezzature mediche destinate a cinque ospedali.
«La Svizzera è l’unico Stato che ci ha aiutati qui sul posto. Riceviamo aiuto anche dalle ONG. Senza i prodotti chimici e i prodotti per la pulizia forniti dagli aiuti umanitari rischieremmo epidemie di epatite, colera o dissenteria. Finora ce l’abbiamo fatta. Analizziamo la qualità dell’acqua ogni due ore. Sono fiero di poter dire che sinora non abbiamo registrato epidemie causate dall’acqua e nemmeno casi di dissenteria. L’acqua destinata alla nostra popolazione è ancora salubre.»
Valerii Selishchev
responsabile dell’impianto di filtraggio dell’acqua dell’Alto Kalmius a Voda Donbasa, Donec’k
Ridurre le disparità economiche e sociali
Dal 2007 la Svizzera partecipa a progetti per la riduzione delle disparità economiche e sociali nell’UE allargata con un importo di 1,302 miliardi di franchi, gettando così le fondamenta di una salda relazione economica e politica con l’UE e con gli Stati membri, ed esprimendo al tempo stesso anche la sua solidarietà.
Tutti i progetti del contributo all’allargamento durano 10 anni, dal bando di concorso alla conclusione del progetto. I dieci Stati entrati a far parte dell’UE nel 2004 hanno portato a termine con successo i propri progetti nel 2017. In Bulgaria e Romania i progetti si concluderanno alla fine del 2019 e in Croazia, entrata nell’UE nel 2013, proseguiranno fino al 2024.
Nell’ambito della promozione economica, la Svizzera realizza diversi progetti per la modernizzazione della formazione professionale, che consentirà di ridurre l’alto tasso di disoccupazione giovanile. In Bulgaria, 1134 giovani hanno già iniziato una formazione professionale duale su modello svizzero. Per i 12 nuovi piani di studio sono stati formati 76 docenti.
Sito web DSC: Risultati in
Bulgaria
Il disinnesco di 3585 mine nella foresta croata di Kotar-Stari Gaj contribuisce alla pubblica sicurezza e migliora la qualità della vita per la popolazione della regione.
Sito web DSC: Risultati in Croazia
Vari progetti della Svizzera forniscono un contributo alla sicurezza sociale migliorando la situazione dei Rom e di altre minoranze etniche. In Bulgaria, ad esempio, la Svizzera appoggia il sostegno pedagogico, l’insegnamento delle lingue e le attività extrascolastiche per circa 2000 bambini Rom.
Nel campo dell’ambiente, numerosi progetti contribuiscono alla riduzione dei gas a effetto serra. In Romania, ad esempio, la Svizzera offre il proprio aiuto a quattro città prescelte nella realizzazione di un sistema di approvvigionamento energetico sostenibile. Tre città hanno installato sulle loro strade complessivamente circa 7500 nuovi lampioni efficienti dal punto di vista del consumo di elettricità.
Sito web DSC: Risultati in Romania
Dopo una consultazione con riscontri ampiamente positivi, nel 2018 il Consiglio federale ha deciso nel 2018 di adottare il messaggio su un secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell’UE. La decisione sui relativi crediti quadro spetta ora al Parlamento.
L’esodo dei Rohingya
Dal mese di agosto 2017 quasi un milione di persone ha abbandonato lo Stato di Rakhine, nell’Ovest del Myanmar e si è rifugiato nel vicino Bangladesh per sfuggire alle violenze. Hanno trovato alloggio nei campi profughi sovraffollati della regione di Cox’s Bazar, nel Sud-Est del Bangladesh, una distesa infinita di tende che copre un territorio corrispondente al doppio di quello del Canton Ginevra.
Garantire l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari rappresenta una vera e propria sfida, il rischio di malnutrizione e di epidemie di colera è elevatissimo. Esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) hanno scavato pozzi, installato pompe a mano e ripristinato una decina di punti di approvvigionamento idrico. Di pari passo la Svizzera finanzia anche l’installazione di pompe idriche e di latrine per le popolazioni ospitanti.
Insieme alle autorità sanitarie del Bangladesh, la Svizzera ha inoltre realizzato un progetto che ha portato a un miglioramento delle cure offerte alla popolazione indigena e ai profughi Rohingya. In una prima fase, ha fornito all’ospedale principale di Cox’s Bazar letti e aste mediche portaflebo, che hanno permesso di ottimizzare la presa a carico dei pazienti.
L’impegno umanitario della Svizzera, che nel 2018 ha raggiunto 20 milioni di franchi svizzeri, ha consentito ai profughi di accedere di nuovo a fonti di acqua potabile, di alimentarsi e di disporre di infrastrutture igienico-sanitarie e di cure mediche. La Svizzera ha contribuito anche alla preparazione di terreni per la costruzione di rifugi. Esperti del CSA sono sul posto per sostenere le agenzie dell’ONU.
Oltre agli aiuti d’emergenza, la Svizzera promuove anche attività di sviluppo a medio termine per sostenere le comunità ospitanti, le cui condizioni di vita si sono deteriorate a causa della forte pressione esercitata sulle risorse naturali, dello sfruttamento delle risorse idriche, della crescente deforestazione e della produzione di rifiuti indotti dalla crisi.
Per favorire una convivenza pacifica tra le comunità ospitanti e i profughi, il nostro Paese aiuta le autorità locali a ottimizzare la gestione delle risorse idriche. Insieme alle popolazioni ospitanti, elabora piani e budget annuali che consentono di migliorare il sistema di approvvigionamento e di risanamento per gli abitanti della regione.
La Svizzera aiuta la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian a promuovere la crescita economica sostenibile
L’agricoltura è un settore economico fondamentale nella regione. In Georgia, ad esempio, il 46% della popolazione rurale è attivo proprio in questo settore. L’Alliances Caucasus Program (ALCP) mira a incrementare la produttività per ridurre la povertà nelle regioni rurali del Caucaso meridionale.
Grazie a questo progetto i contadini che si occupano dell’allevamento di bestiame e della produzione di miele ottengono un accesso sicuro al mercato. Il commercio transfrontaliero dovrebbe migliorare ulteriormente il reddito dei produttori. Un’attenzione particolare viene data al ruolo delle donne nell’economia lattiera.
Alle piccole e medie aziende di trasformazione, come i caseifici, i fornitori di apparecchiature agricole e di foraggio, i mattatoi, le aziende di esportazione della lana ecc., vengono offerti formazione, consulenza e sostegno finanziario per gli investimenti necessari e la diversificazione dei loro prodotti. In questo modo tali aziende creano posti di lavoro e garantiscono ai contadini uno smercio sicuro dei loro prodotti.
Dal 2008 al 2018 circa 450’000 beneficiari hanno realizzato complessivamente un reddito di quasi 40 milioni di franchi. I contadini hanno ottenuto un reddito complessivo supplementare di 29 milioni di franchi. Allo stesso tempo sono stati creati 742 posti di lavoro a tempo pieno (37% donne) in aziende di trasformazione e di servizi.
Per coinvolgere in modo mirato le donne nell’economia formale, l’ALCP ha creato 28 Women’s Rooms negli uffici comunali. Qui donne e uomini ricevono informazioni e consulenza, ad esempio su come avviare un proprio progetto. Finora, attraverso i budget comunali, sono stati finanziati 99 progetti. 88 delle 482 richieste di finanziamento di attività inoltrate hanno già ottenuto fondi.
Con l’ALCP la Svizzera s’impegna presso il governo per diminuire i costi di laboratorio dei produttori di miele. I test di laboratorio con risultati ineccepibili sono una condizione necessaria per l’esportazione. La rappresentanza degli interessi di tutti i produttori di miele del Paese dovrà essere garantita con la fondazione di un’associazione mantello.
Con questo progetto la Svizzera intende migliorare la concorrenzialità nell’agricoltura per ridurre la migrazione dalle regioni rurali e contribuire alla stabilità della Georgia.
Diaspora – ein Entwicklungsfaktor
Mehr als zwei Millionen bosnische Bürger leben im Ausland, davon etwa 60'000 in der Schweiz. Viele von ihnen möchten zur Entwicklung ihres Heimatlandes beitragen, mit finanzieller Unterstützung oder mit ihrem Wissen. Dieses Potential soll mit dem Projekt «Diaspora for Development» besser genutzt werden.
Wertvolles Wissen von Bosniern kam bei der Gründung der Firma «Remus Innovation» zum Zug. Diese Firma wurde als Untergruppe von «Remus» in Sanski Most mithilfe der Schweiz aufgebaut. Sie beschäftigt heute 120 Angestellte.
Für rund 1000 Frauen und Männer konnte seit Projektbeginn eine Anstellung gefunden werden, was ihnen ermöglicht, in ihrem Land zu bleiben.
Im April 2018 wurde ein Hackathon in Mostar organisiert, an dem mehr als 30 junge Menschen teilnahmen. Sie entwickelten Software-Lösungen für lokale Unternehmen aus Landwirtschaft, Tourismus und Metallindustrie. Dabei bekamen sie Unterstützung durch Mentoren aus der Diaspora. Aus dem Hackathon entstanden 5 Startups im IT-Bereich.
In der Gemeinde Posušje in der West-Herzegowina wurden 2018 22 Mittelschüler auf Initiative der lokalen Gemeinschaft und der bosnischen Diaspora an einer CNC-Maschine geschult. Diese state-of-the-art Werkzeugmaschine hatte einUnternehmer aus der Diaspora gekauft und zur Verfügung gestellt. Ziel ist es,junge Menschen praktisch auszubilden, um die Perspektiven und diewirtschaftliche Entwicklung in der Gemeinde zu fördern.
Es ist wichtig, dass Bosnien und Herzegowina sich wirtschaftlich und politisch weiterentwickeln kann und junge Menschen berufliche Perspektiven erhalten, damit sie ihr Land nicht aus ökonomischen Gründen verlassen müssen. Eine nachhaltige Entwicklung in Bosnien und Herzegowina ist im Interesse der Schweiz, denn eine stabileSituation im Balkan sichert die Stabilität in Europa.
Un paese sull’orlo dell’abisso
Oltre 320 morti, 2000 feriti, 700 prigionieri politici e circa 40’000 nicaraguegni in fuga: questo è il bilancio umanitario delle manifestazioni in atto da aprile 2018 per la democratizzazione del Paese e la fine del regime autoritario.
Scatenate da un tentativo di riforma del sistema pensionistico, le proteste si estendono in pochi giorni a tutto il Paese. Centinaia di migliaia di manifestanti si riversano nelle strade di Managua, chiedendo più democrazia e il ripristino della libertà di espressione e di stampa. Il regime risponde con la forza.
In questo contesto, la Svizzera rafforza dunque il proprio impegno nel campo dei diritti umani. Sostiene iniziative volte a documentare le violazioni commesse, ma al tempo stesso porta avanti il dialogo con il Governo. Con l’appoggio delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea, la Svizzera organizza un’esposizione per commemorare il Settantesimo della Dichiarazione universale dei diritti umani: 30 artisti nicaraguegni dipingono su tela la loro interpretazione di uno dei 30 articoli della Dichiarazione.
La crisi sociale e politica ha un impatto devastante sull’economia del più povero tra i Paesi dell’America centrale, causando in particolare il crollo del turismo, uno dei punti di forza dell’economia del paese. La povertà estrema, che si era attenuata nel corso degli ultimi anni, torna a crescere. La Svizzera aiuta gli artigiani e i piccoli imprenditori affinché possano continuare le loro attività e provvedere al proprio sostentamento e a quello delle loro famiglie.
Inoltre, sostiene le PMI, che rappresentano una componente importante del tessuto economico del Nicaragua, contribuendo così a salvare posti di lavoro e fonti di reddito di vitale importanza per la popolazione.
Per scongiurare una crisi alimentare, la Svizzera sostiene i piccoli contadini con aiuti destinati a finanziare l’acquisto di sementi. La sicurezza alimentare del Paese dipende dalle possibilità di sopravvivenza dei piccoli contadini e dalla loro capacità di adattarsi al cambiamento climatico diversificando le colture e migliorando al tempo stesso qualità e produttività.
Dall’inizio della crisi, più di 40’000 nicaraguegni sono espatriati, principalmente verso il Costa Rica. Di fronte all’ampiezza di questo fenomeno, la Svizzera fornisce alla popolazione aiuti d’emergenza, in particolare aiuti alimentari, e si adopera per consentire ai bambini rifugiati di tornare sui banchi di scuola.
«Voglio un Nicaragua libero e democratico, dove la gente possa esprimere la propria opinione su ciò che serve per migliorare il Paese, progredire e uscire dalla povertà.»
Marjorie Rivera
Assistente amministrativa DSC (Nicaragua)
Sito web DSC: America centrale
Trasparenza nel commercio di materie prime
La Svizzera sostiene con il proprio impegno anche l’«Extractive Industries Transparency Initiative» (EITI).
Il Perù estrae enormi quantità di rame, in Ghana vengono estratte importanti quantità di greggio, l’Indonesia sfrutta su larga scala giacimenti minerari.
Molti Paesi in via di sviluppo possiedono importanti giacimenti di minerali e materie fossili. Spesso, tuttavia, la popolazione di questi Paesi non ne trae grande beneficio ed essi non sfruttano il loro potenziale di sviluppo.
Per evitare che somme di denaro vengano trafugate o sottratte alle casse dello Stato occorre anzitutto garantire trasparenza, e sapere quindi chi fa parte delle società estrattrici e dove esattamente finiscono gli introiti delle attività estrattive e del commercio di materie prime.
L’EITI ha elaborato uno standard facoltativo che detta alle ditte e agli Stati interessati di pubblicare queste informazioni. Questa forma di trasparenza rafforza lo Stato di diritto, ostacola la corruzione e migliora il clima degli investimenti.
All’iniziativa hanno già aderito 52 Paesi che estraggono materie prime, i quali pubblicano già i loro flussi di pagamento o sono intenzionati a farlo. In seno all’EITI sono rappresentate anche ditte operanti nell’industria estrattiva e nel commercio di materie prime, organizzazioni della società civile e Paesi sostenitori, tra cui la Svizzera.
Sito web (en): Stato dell’implementazione dello standard EITI nei vari Paesi
Benché non possieda notevoli giacimenti di materie prime, la Svizzera è nondimeno sede di alcune delle maggiori società a livello mondiale dell’industria estrattiva e del relativo commercio. In tal senso, è anch’essa responsabile dell’equa ripartizione del benessere generato dalle materie prime.
Nel 2018 il nostro Paese ha rappresentato il proprio gruppo di voto dei Paesi sostenitori in seno al consiglio di vigilanza dell’EITI. Il consiglio di vigilanza dirige l’iniziativa, fissa le priorità e vigila sull’attuazione dello standard EITI nei Paesi che estraggono materie prime.
Sito web SECO (en): Strengthening public finances
Migliorare le competenze tecniche in Egitto
Al Cairo, la Svizzera sostiene la «Sewedy Technical Academy» affinché possa impartire ai propri allievi una migliore formazione.
Una solida formazione specialistica è importante, poiché un’azienda che impiega collaboratori adeguatamente formati è più competitiva. Ciò le consente di espandersi e creare posti di lavoro qualificati. Una formazione adeguata è dunque un fattore decisivo per la riduzione della povertà e l’eliminazione delle cause strutturali del fenomeno migratorio.
Dal 2018 la Svizzera sostiene un progetto inteso a migliorare le competenze specialistiche di 500 giovani egiziani, che potranno così coprire in modo più mirato le necessità delle imprese del loro Paese e integrarsi più facilmente nel mercato del lavoro indigeno.
Oggi in Egitto molti datori di lavoro sono ancora insoddisfatti della qualità dei curricoli formativi e delle capacità dei neodiplomati.
Il progetto promuove in particolare lo sviluppo di migliori piani di studio e l’assunzione di formatori qualificati presso la «Sewedy Technical Academy». Questa scuola professionale forma attualmente circa 200 apprendisti all’anno, soprattutto nel settore dell’elettronica. Entro la conclusione del progetto, prevista nel 2021, il numero degli apprendisti salirà a 500 e sarà costituto in gran parte da donne.
Il progetto rientra nel programma regionale della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) per l’inclusione economica in Egitto, Tunisia, Marocco e Giordania. La Svizzera partecipa al finanziamento di questo programma con un importo di 2,75 milioni di franchi distribuiti su quattro anni. Il progetto rientra nella strategia della cooperazione svizzera in Egitto per il periodo 2017–2020.
«City Resilience Program»
Le città devono prepararsi in modo più mirato alle catastrofi naturali, in modo da poter resistere meglio alle conseguenze del cambiamento climatico.
Le catastrofi naturali causate dal cambiamento climatico minacciano milioni di persone, soprattutto e in modo precipuo nelle aree urbane. Infatti, maggiore è la densità degli insediamenti, tanto più devastanti risultano tali catastrofi, per la popolazione ma anche per l’economia.
Oggi le città si sviluppano a un ritmo incalzante. Per la prima volta nella storia dell’uomo, la popolazione che vive nei centri urbani ha superato per numero quella delle zone rurali. A livello mondiale, la popolazione dei centri urbani aumenta ogni settimana di 1,4 milioni di persone. Questa crescita si verifica in ragione del 90% nelle città dei Paesi in via di sviluppo.
In questi Paesi, molte città crescono senza un piano e in modo incontrollato. Gli insediamenti si estendono in zone a rischio, ad esempio nei pressi di coste e fiumi a rischio di esondazione, e le fasce più povere della popolazione sono sempre le più vulnerabili.
La città vietnamita di CanTho è un importante polo economico nel delta del Mekong. Nel 2018 è stata colpita da gravi inondazioni. CanTho dispone ancora di mezzi insufficienti per prevenire catastrofi di questo tipo.
In futuro città come questa dovranno potersi preparare in modo più adeguato alle catastrofi naturali causate dal cambiamento climatico ed essere in grado di limitarne le conseguenze negative. Proprio per questo, la Banca Mondiale e la Svizzera hanno lanciato il «City Resilience Program», un programma che identifica rischi e misure e predispone il necessario finanziamento.
La Svizzera vanta una grande esperienza nella gestione delle conseguenze di fenomeni meteorologici quali piogge persistenti, inverni nevosi e lo scioglimento del permafrost, e dispone delle conoscenze necessarie per limitare l’impatto di inondazioni, frane e valanghe. Nel 2018, nell’ambito del «City Resilience Program» alcune aziende svizzere esperte in questo campo hanno iniziato a condividere questo know how con i Paesi in via di sviluppo.
Sito web SECO (en): Developing cities sustainably
Non lasciare indietro nessuno
La Svizzera sostiene i suoi Paesi partner nella riduzione delle disparità sociali ed economiche nella a creazione di società pacifiche e stabili.
In Albania, si tratta di migliorare l’accesso ai servizi sociali soprattutto per i Rom e per le persone con disabilità. Ciò include offerte di formazione, appoggio nella ricerca di un impiego e sostegno ai governi locali nella concezione di un sistema sociale efficiente.
L’impegno della Svizzera è illustrato in modo esemplare dall’istituto per sordi di Tirana, dove giovani affetti da sordità ricevono una formazione pratica in diversi rami professionali, ad esempio come sarti, falegnami o calzolai.
L’istituto conta oltre 100 studenti. Nell’ultimo anno, i laboratori didattici sono stati sottoposti a lavori di miglioria. L’istituto è stato dotato di attrezzature moderne ed è stato sviluppato anche l’insegnamento. Con queste misure la formazione dei giovani affetti da sordità sarà ottimizzata, in modo da offrire loro migliori opportunità di impiego sul mercato del lavoro.
Un altro caso esemplare di aiuto a fasce svantaggiate della popolazione è quello della popolazione civile che nelle regioni orientali dell’Ucraina è costretta ad affrontare la vita quotidiana in condizioni difficili. Il conflitto nell’Ucraina orientale, scoppiato cinque anni fa, ha già causato oltre 3000 vittime fra i civili, oltre 9000 feriti e la fuga di oltre 1,6 milioni di persone verso altre regioni. La Svizzera estende il proprio impegno a tutta l’Ucraina, ma concentra i propri sforzi soprattutto nelle regioni direttamente toccate dal conflitto.
La Svizzera punta a passare da operazioni umanitarie a corto termine ad attività di sviluppo a lungo termine. Il conflitto armato ha gravato pesantemente sull’economia e il tasso di disoccupazione in questa regione è molto elevato. Per tale ragione la Svizzera concede microcrediti per sostenere gli sforzi compiuti dagli imprenditori di questa regione per sviluppare nuove attività capaci di favorire l’occupazione.
«Ho dovuto abbandonare ogni cosa a Horlivka. Ma con mia sorella abbiamo deciso di non lasciarci abbattere. Quando abbiamo saputo di questo programma di aiuto, abbiamo elaborato un piano aziendale e abbiamo ottenuto la borsa di studio. Grazie a questo aiuto iniziale abbiamo potuto lanciare la nostra attività, al di là di tutte le nostre speranze. Dopo pochi mesi impieghiamo già quattro persone nella nostra officina e una nel deposito in città. Inoltre abbiamo organizzato un servizio di consegna.»
Alla Wnukowa
Sfollata all’interno, Direttrice
Kramators’k, Regione del Donets’k
Non dimenticare nessun bambino: la scuola come spazio generatore di prospettive e di coesione
La crisi del 2012 costringe Leila, nove anni, ad abbandonare il suo villaggio nel Nord del Mali insieme alla famiglia. Moussa, figlio di nomadi, segue la sua tribù nella transumanza. Numerosi bambini come Leila e Moussa, sfollati o nomadi, possono usufruire di soluzioni innovatrici per la loro istruzione, promosse e sostenute dalla Svizzera.
Nel 2012, una serie di attacchi e minacce porta alla chiusura di oltre 1200 scuole nel Nord e nel centro del Mali. Gli insegnanti e la popolazione sono costretti alla fuga. Centinaia di migliaia di bambini non possono più andare a scuola. Il tasso di scolarizzazione, superiore all’80% nel 2011, scende a meno del 70% nel 2014.
Dal 2015 al 2017 la Svizzera affianca il Ministero dell’educazione del Mali per l’apertura di circa 300 centri di formazione scolastica accelerata nelle regioni di Mopti, Timbuctù e Kidal. L’insegnamento accelerato permette ai bambini sfollati di recuperare in pochi mesi anni di ritardo e di ottenere un certificato scolastico sul posto.
Gli insegnanti, le comunità e le autorità scolastiche sono preparati e attrezzati per farsi carico dei bambini toccati dal conflitto e aiutarli anche a superare le loro esperienze traumatiche.
«Ho assolto questa formazione perché il tasso di scolarizzazione è molto basso. Con la crisi nel Nord, molte scuole hanno chiuso i battenti. Grazie alla formazione ricevuta potrò permettere a molti bambini di ritornare sui banchi di scuola.»
Bintou Cisse
Animatrice a Taoudeni
Un cartello appeso a un albero di acacia segnala la presenza di una classe itinerante. Il modello scolastico tradizionale non è adatto al modo di vivere delle popolazioni nomadi. La Svizzera sostiene dunque il modello innovatore delle scuole mobili. Insegnanti, mobilio e materiale scolastico seguono la transumanza. Più di 1000 bambini hanno potuto essere scolarizzati grazi a 50 scuole mobili.
Per affrontare le sfide che caratterizzano i contesti fragili come quelli del Mali, la Svizzera opta per un approccio che combina aiuto umanitario immediato e cooperazione allo sviluppo a lungo termine.
Andare a scuola crea delle prospettive future e fornisce gli strumenti necessari per contribuire allo sviluppo sociale, economico e politico del Paese. Oltre al sapere, la scuola trasmette anche dei valori e svolge un ruolo determinante per la promozione della pace.
Sito web DSC: Il diritto di ognuno a un’istruzione di base
Die
Schweiz unterstützt seit dem Ende der Sowjetunion Anfang der 90er Jahre die
zentralasiatischen Staaten in ihrer politischen, sozialen und wirtschaftlichen
Transformation.
Neben vielen anderen Herausforderungen ist das gerechte
Aufteilen des Wassers in den Anliegerstaaten von grosser Bedeutung.
Während
in der Sowjetzeit die Wasserverteilung zentral gesteuert wurde, ist das
Wassermanagement heute unter den verschiedenen Ländern multilateral
auszuhandeln.
Trotz bestimmter Differenzen sind sich die Staaten der Region
darin einig, dass Wasser eine stabilisierende und friedensfördernde Rolle
spielt.
Bild fehlt
Kasachstan,
Usbekistan und Turkmenistan sind grösstenteils auf das Wasser aus den Gletscherflüssen
der Nachbarstaaten Tadschikistan und Kirgisistan angewiesen.
Gerade die
ländlichen Regionen spüren die Wasserknappheit als erste. Um dem Wassermangel
vorzubeugen, fördert die Schweiz einen regen Austausch zwischen den
zentralasiatischen Staaten. Dies wird «Wasserdiplomatie» genannt.
In
Zentralasien liegt der Fokus des Dialogs auf Themen wie Wasserqualität, Erheben
von Wasserdaten und gemeinschaftliches Management von Infrastrukturen.
2018 hat die Schweiz für
Wasserexperten der verschiedenen Staaten einen Besuch in Westafrika im Gebiet des
Senegal-Flusses organisiert. Dort
pflegen Senegal, Mauretanien, Mali und Guinea eine erfolgreiche Zusammenarbeit.
Die
Schweiz arbeitet seit vielen Jahrzehnten mit ihren Nachbarländern im Bereich
des nachhaltigen Wassermanagements zusammen. Dieses Wissen vermittelt sie im
Rahmen der zentralasiatischen Wasserdiplomatie.
Beispielsweise unterstützt die
Schweiz die Länder beim Aufbau einer funktionierenden Infrastruktur. So können
unter anderem zuverlässige Daten erhoben werden. Dies erhöht wiederum die
Transparenz beim
Austausch der Länder untereinander.
Um
die Nachhaltigkeit der schweizerischen Interventionen zu sichern, wurden lokale
Benutzerorganisationen gegründet, welche sich selbst verwalten.
Damit können
diese auch nach dem Abschluss des Projekts weiterfunktionieren. Nicht weniger
wichtig ist es, die junge Generation miteinzubeziehen.
Deshalb setzt sich die
Schweiz dafür ein, junge Menschen für die Thematik zu sensibilisieren, sie
auszubilden und ihnen ein Netzwerk zu bieten, damit sie aktiv werden können.
L’ONU si rinnova per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile
Nel 2015 la comunità internazionale si è posta 17 ambiziosi obiettivi per garantire entro il 2030 uno sviluppo globale sostenibile, pacifico e socialmente compatibile. L’Agenda 2030 esige però nuove soluzioni a livello di collaborazione, e quindi le organizzazioni dell’ONU devono anzitutto adeguarsi alle nuove modalità operative.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha pertanto presentato una serie di ambiziose proposte di riforma. Se alcuni Stati membri appoggiavano le proposte di riforma, altri, e così pure alcune organizzazioni dell’ONU stessa, esprimevano invece delle riserve. La Svizzera ha mediato tra gli Stati membri. Il 1o gennaio 2019 è entrato in vigore il progetto di riforma riguardante il sistema di sviluppo delle Nazioni Unite.
A seguito delle riforme, l'ONU può coordinare meglio le sue attività all'interno di un paese ospitante e utilizzare i suoi fondi in modo più efficace. A tal fine, le squadre dei paesi delle Nazioni Unite hanno ora nuove responsabilità e sono guidate da coordinatori indipendenti che riferiscono direttamente al segretario generale delle Nazioni Unite.
I servizi amministrativi dell’ONU vengono accorpati in centri di servizi comuni. Le risorse così liberate possono essere impiegate per attuare progetti di sviluppo. Questo riassetto dell’ONU consente risparmi di tempo e denaro e va a beneficio dei destinatari degli aiuti sul posto.
Le riforme richiedono anche un nuovo patto di finanziamento, sostenuto in modo determinante dalla Svizzera. In particolare, occorre aumentare i contributi generali degli Stati membri per consentire alle organizzazioni dell’ONU di impiegare le loro risorse laddove sono più indispensabili, ad esempio nella gestione di situazioni di crisi o nella lotta alla povertà.
Le riforme consentono all’ONU di offrire un sostegno più completo alla popolazione dei Paesi a basso e medio reddito, ad esempio nella gestione delle conseguenze del cambiamento climatico o di pandemie globali L'ONU fornisce quindi un importante contributo allo sviluppo di condizioni di vita sane e di prospettive di sviluppo per le persone che non possono affrontare da sole le sfide globali del nostro tempo.
Un’alimentazione sana, elemento chiave dello sviluppo
Non si tratta solo di una questione di quantità: È soprattutto la qualità degli alimenti che svolge un ruolo fondamentale per garantire uno sviluppo sano del bambino. Ma il cibo sano costa. A livello mondiale, 3 miliardi di persone soffrono di denutrizione, malnutrizione o eccessi alimentari. La Svizzera si impegna affinché tutti possano accedere a un’alimentazione sana.
Per un normale sviluppo fisico e mentale, nei primi tre anni di vita un bambino deve ricevere una quantità sufficiente di proteine, vitamine e sali minerali. Senza questa condizione, non potrà sviluppare tutto il suo potenziale a scuola e ciò comprometterà le sue opportunità di integrarsi nella vita sociale come membro attivo. In più, aumenta anche il suo rischio di sovrappeso e obesità negli anni successivi.
Le risorse consacrate all’alimentazione sono un investimento redditizio: ogni dollaro investito in questo settore ne genera ben 16. Oltre a essere più efficiente, una persona che si nutre correttamente causa anche meno costi sanitari. Perciò il tema dell’alimentazione occupa uno spazio importante nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, poiché è al tempo stesso fine e mezzo dello sviluppo economico e sociale.
Il movimento SUN (Scaling up Nutrition) richiama l’attenzione del mondo intero sui problemi legati alla malnutrizione ed elabora possibili soluzioni. I membri si adoperano per risolvere su scala mondiale il problema della malnutrizione in tutte le sue forme.
«12 dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell'agenda 2030 sono legati alla nutrizione. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno del sostegno dei parlamenti, delle agenzie delle Nazioni Unite, del settore privato e delle istituzioni di ricerca. SUN riunisce questi attori che insieme sono parte della soluzione»
Gerda Verburg
Coordinatrice di SUN
La Svizzera partecipa attivamente all’elaborazione di politiche agricole, di standard per la produzione e di trasformazione e allo sviluppo di una consapevolezza sui temi dell’alimentazione sana ed equilibrata. In più, concentra i propri sforzi su un maggiore coinvolgimento della società civile e dell’economia privata nella lotta alla malnutrizione.
Con il suo impegno nel movimento SUN, la Svizzera contribuisce a far sì che i bambini possano nutrirsi in modo più equilibrato e possano dunque beneficiare di condizioni più favorevoli al loro sviluppo fisico e cognitivo, e di conseguenza migliorare le loro opportunità di ricevere una buona istruzione e di uno sviluppo produttivo e autodeterminato.
Twitter (en): Scaling Up Nutrition Movement
Sito web DSC: Programma globale Sicurezza alimentare
Ricostruzione del Paese dopo lunghi anni di guerra civile
Dopo una guerra civile durata un ventennio, la Somalia è ora in fase di ricostruzione. Occorre ripristinare i servizi e la democrazia, tanto a livello nazionale quanto a livello locale. Dal 2013 la Svizzera collabora con le Nazioni Unite e con i Governi locali per promuovere la decentralizzazione con 292 progetti nel settore dei servizi e delle infrastrutture.
Per poter adempiere alle loro funzioni in modo efficace, i Governi locali devono possedere le necessarie capacità. Per questa ragione, il programma sostenuto dalla Svizzera li aiuta a migliorare il modello delle competenze per il loro personale:
«Chi è fresco di studi fatica a trovare un posto di lavoro. E anche se ne trova uno, è difficile che riesca a svolgerlo senza esperienza.» «La formazione e il mentoring sono essenziali prima di iniziare un lavoro.»
Hilaal Abdi Elmi
Ex stagista
Per poter garantire i servizi di base alla popolazione somala, i Governi locali devono disporre anche dei fondi necessari. Per i Governi locali, gli introiti fiscali rappresentano una fonte d’entrata sostenibile. Il programma promosso dalla Svizzera investe quindi nelle condizioni quadro che facilitano l’attività delle piccole imprese, aiutando gli imprenditori a generare redditi che a loro volta producono introiti fiscali.
La gestione dei pagamenti delle imposte è migliorata grazie all’installazione di un nuovo software e alla disponibilità di capacità adeguate, contribuendo ad aumentare la responsabilità e la trasparenza nella riscossione delle entrate.
La spesa pubblica viene discussa con la popolazione. Le comunità locali dispongono di fori consultivi nei quali definiscono le loro necessità nell’ordine di priorità. Ciò aumenta la responsabilità e la fiducia e porta a migliori servizi di base.
Uno dei servizi chiave evidenziati dai fori è quello dell’istruzione. Con il sostegno del programma, 275 scuole hanno migliorato le loro strutture per 61’000 alunni.
La salute è un’altra necessità prioritaria per la popolazione della Somalia. Grazie all’appoggio della Svizzera, il Comune ha potuto edificare nuove strutture ospedaliere. 53 ospedali e centri di cure possono ora fornire servizi migliori a 260’000 pazienti.
Le nuove infrastrutture consentono alla gente di dedicare le proprie energie ad attività economiche e sociali. Nella città di Garowe, per esempio, è stata ampliata la rete viaria. Il migliore accesso al mercato favorisce il commercio e migliora le possibilità di sostentamento.
Video (en) Puntland: The United Nations Joint Programme on local governance and decentralized service delivery
Video (en) Somaliland: The United Nations Joint Programme on local governance and decentralized service delivery
Rapporto d’efficacia nel campo della parità di genere
Per la Svizzera l’uguaglianza tra uomo e donna è uno dei fattori più promettenti per lo sviluppo sostenibile, la crescita economica e la riduzione della povertà. Parità tra i sessi significa pari diritti per donne e uomini, uguale accesso alle risorse e uguale riconoscimento sociale. Nei suoi Paesi partner la Svizzera si adopera a favore dell’emancipazione economica e della partecipazione politica delle donne, e contro ogni forma di violenza.
Nel 2018 un gruppo di esperti indipendenti ha valutato l’impatto dei progetti realizzati dalla Svizzera tra il 2007 e il 2016 a favore della parità dei sessi. I risultati di questa valutazione sono promettenti: il 50% dei progetti analizzati è servito a promuovere la facoltà di codecisione delle donne nella politica, il 30% ha promosso la loro indipendenza economica e il 40% ha contribuito a ridurre la violenza nei loro confronti.
Particolarmente efficaci si sono dimostrati i progetti esclusivamente consacrati alla promozione della parità tra donne e uomini. Il 73% di questi progetti ha indotto cambiamenti strutturali, quali una maggiore partecipazione delle donne nei processi politici, un aumento del numero delle donne in posizioni dirigenziali, pari accesso alle risorse del Paese o un cambiamento dell’atteggiamento degli uomini nei confronti delle norme sulla parità di genere.
La maggior parte dei progetti esaminati ha integrato l’uguaglianza tra donne e uomini come tema trasversale. Il 31% di questi progetti è risultato efficace e ha ottenuto risultati positivi nel campo dell’uguaglianza. La chiave del successo è stata individuata nella concezione del progetto. Le analisi circostanziate del contesto e la discussione delle questioni di genere condotte prima della realizzazione di un progetto si sono rivelate di cruciale importanza. È interessante notare che l’attenzione rivolta alle questioni di genere come tema trasversale ha facilitato il raggiungimento anche degli altri obiettivi del progetto.
Nuovi meccanismi di finanziamento nella cooperazione internazionale
Secondo le stime dell’ONU, occorreranno ulteriori 2500 miliardi di dollari statunitensi per poter realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030.
L’Agenda potrà essere realizzata soltanto mobilitando capitali privati. Nel gennaio 2018, una conferenza indetta dalla Svizzera ha illustrato le potenzialità di nuovi meccanismi di finanziamento quali i «Social Impact Bonds» (SIBs).
Video (en): «SIB-Conference, Welcome Remarks by State Secretary Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch»
Con i SIBs i programmi vengono prefinanziati da investitori privati che si assumono i rischi. I responsabili dei programmi rimborsano gli investitori soltanto quando sono stati raggiunti i risultati convenuti..
In Colombia, la Svizzera sostiene uno di questi SIBs per migliorare le competenze professionali di persone sfavorite. Un gruppo di fondazioni prefinanzia le relative formazioni. Il Governo colombiano rimborsa integralmente i finanziamenti soltanto quando i neodiplomati hanno trovato effettivamente un impiego.
Nell’ambito di una conferenza tenutasi a Zurigo, sono stati presentati altri meccanismi di finanziamento inediti, quali ad esempio gli Humanitarian Impact Bonds o i Development Impact Bonds per il settore sanitario. Gli esperti presenti hanno discusso in merito a questioni etiche e al modo di emulare su larga scala i casi di successo.
Sito web SECO (en): Social Impact Bonds Conference 18.01.2018
Gaza: Un sostegno vitale per dare sollievo alla popolazione
Da ormai un ventennio, gli abitanti della Striscia di Gaza tirano avanti giorno dopo giorno in condizioni di insicurezza e di tensione permanente. L’economia sta crollando e il tasso di disoccupazione tra i giovani tocca livelli record. Più della metà delle persone vive in condizioni di povertà.
Quasi 300’000 bambini e oltre 200’000 adulti hanno bisogno di sostegno psicologico. Il programma sociale di salute mentale, realizzato con il sostegno della Svizzera, offre agli abitanti della Striscia di Gaza consulenze, corsi e terapie. Tre centri sociali accolgono ogni giorno bambini, donne e uomini che soffrono di disturbi psichici.
I centri offrono un ambiente protetto dove tutti possono trovare ascolto e aiuto. Molte donne, tra il 2015 e il 2017 più di 2000, si rivolgono al servizio gratuito di consulenza telefonica. La violenza domestica, i problemi di coppia e le difficoltà educative sono i temi più frequenti.
Un numero elevato di bambini e ragazzi soffre di disturbi da stress post-traumatico. Grazie ai centri sociali, possono trovare un sostegno che li aiuta a ricominciare ad andare a scuola o a completare la loro formazione. La scuola offre loro un contesto rassicurante dove possono rilassarsi, giocare o praticare sport.
«Per me è sempre un successo e una grande gioia quando un bambino ritrova la sua sicurezza interiore attraverso i nostri giochi. Il mio obiettivo è raggiunto quando il bambino riesce a comunicare di nuovo in modo positivo e a interagire con gli altri.»
Enas
Terapeuta
L’anno scorso, più di 1200 insegnanti e altri professionisti del settore educativo e della salute confrontati con persone affette da disturbi psichici hanno partecipato a seminari organizzati dai centri. La Svizzera sostiene questo programma insieme a Svezia e Norvegia sin dal 1997.
Sito web DSC: Territirio palestinense occupato
Rapporto intermedio sull’attuazione del messaggio concernente la cooperazione internazionale 2017–2020
Nel messaggio del 17 febbraio 2016 concernente la cooperazione internazionale 2017-2020, il Consiglio federale fissa una serie di assi prioritari basati su obiettivi di efficacia. Gli assi prioritari definiti sono intesi a ridurre la povertà e le situazioni di bisogno, preservare le basi naturali della vita, creare prospettive economiche sostenibili e promuovere la pace, la democrazia e i diritti umani nei Paesi partner della Svizzera.
A fine 2018 il Consiglio federale ha informato, su incarico del Parlamento, in merito allo stato di attuazione del suddetto messaggio.
Il rapporto intermedio dimostra che la Svizzera è sulla buona strada. Il tasso di successo dei progetti svizzeri è pari all’85% e rappresenta quindi un risultato molto soddisfacente.
- La Svizzera riesce a raggiungere 5,3 milioni di esseri umani in situazioni di bisogno.
- 9 milioni di persone, per più della metà donne, hanno potuto accedere all’istruzione di base e a una formazione professionale.
- 517’000 imprese hanno avuto accesso al capitale, ad esempio sotto forma di prestiti rimborsabili e partecipazioni, o a una consulenza per il miglioramento della gestione aziendale.
- Grazie all’impegno della Svizzera, 8 milioni di esseri umani beneficiano ora di un migliore accesso all’acqua potabile pulita e di sistemi d’irrigazione efficienti per l’agricoltura.
- L’operato della Svizzera ha consentito di produrre 3,3 miliardi di chilowattore di energia rinnovabile.
- La Svizzera ha offerto il proprio appoggio a 10 processi di pace ufficiali, tra cui quello relativo alla Siria.
Le agenzie del Governo svizzero operano insieme laddove possibile per risolvere i problemi esistenti: in Nord Africa, per esempio, la DSC, la SECO e la DSU si adoperano insieme alla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) in favore della democrazia, del benessere e della stabilità.
Nel rapporto intermedio sull’attuazione del messaggio 2017-2020 trovate ulteriori informazioni su risultati, successi e sfide della cooperazione internazionale della Svizzera.
PDF: La cooperazione internazionale della svizzera
Rapporto intermedio sull'attuazione del messagio 2017-2020
Quando l’economia sottrae terre ai piccoli contadini
Da oltre un ventennio, la regione del Mekong (Laos, Myanmar, Cambogia e Vietnam) ha conosciuto una forte ma disomogenea crescita economica. Per sviluppare l’agricoltura industriale, l’industria mineraria e l’energia idroelettrica, i Governi dei Paesi di questa regione cedono aree sempre più estese in concessione a imprese nazionali ed estere. Di conseguenza, decine di migliaia di piccoli contadini vengono spodestati delle loro terre, delle loro foreste e dei loro mezzi di sostentamento.
Per migliorare la sicurezza alimentare nella regione del Mekong, nel 2014 la Svizzera ha promosso e lanciato nel 2014 un progetto regionale di protezione fondiaria, inteso a garantire un migliore rispetto dei diritti fondiari dei piccoli contadini e un migliore accesso alle risorse naturali.
Il Myanmar si impegna a riconoscere il diritto fondiario consuetudinario nella legislazione e a livello politico. A tal fine, è documentata la pratica corrente in vari villaggi e comunità.
«Se non disponiamo di documenti, non ci sarà alcuna protezione contro l’accaparramento delle nostre terre. Se non le documentiamo adeguatamente, la prossima generazione non saprà dove si trova la loro terra.»
Una contadina del villaggio
In Laos, la Svizzera promuove la partecipazione delle comunità locali ai processi decisionali. Le imprese agroforestali che operano sul posto consultano sempre più spesso la popolazione locale.
«L’impresa ha versato un contributo al fondo di sviluppo del villaggio. Il fondo è servito a finanziare un sistema di approvvigionamento idrico grazie al quale non dobbiamo più percorrere lunghe distanze per andare a prendere l’acqua. L'azienda ha anche creato posti di lavoro nel villaggio.»
Un contadino del villaggio
«Per un lungo periodo non avevamo più terre da coltivare, e ci trovavamo in difficoltà. Ora però siamo grati allo Stato che ha realizzato un progetto per attribuirci le terre di cui abbiamo bisogno per vivere. Lavoreremo sodo affinché i nostri figli abbiano da mangiare e possano andare a scuola.»
Dang Van Xi
un contadino
La garanzia dei diritti sulle terre e la possibilità di avere terre da coltivare rivestono un’importanza cruciale per i piccoli contadini e per la sicurezza alimentare. La definizione di politiche a livello nazionale e il miglioramento delle prassi dovrebbe portare giovamento a oltre 15 milioni di piccoli contadini, e in particolare alle donne e alle minoranze etniche.
Video (en): Mekong Regional Land Governance
Sito web (en): MRLG.org
Bolivia: un sistema giudiziario più vicino alle fasce più svantaggiate della popolazione
Una media di due mesi invece di cinque anni per risolvere una vertenza civile grazie a un sistema di conciliazione della giustizia mobile nelle zone rurali. Questi sistemi innovatori sono stati introdotti in Bolivia con la riforma del sistema giudiziario.
Giustizia poco indipendente, tempi d’attesa record e corruzione paralizzano il sistema giudiziario boliviano. La riforma del sistema, sostenuta dalla Svizzera sin dal 2013, punta a migliorare l’accesso al diritto e alla giustizia, in particolare per le fasce più svantaggiate della popolazione.
La Svizzera sostiene in particolare le iniziative del Governo volte a introdurre sistemi alternativi ai tribunali, tra cui la via della conciliazione. La conciliazione è non solo la via meno costosa e più rapida per risolvere le vertenze, ma diminuisce anche il rischio di corruzione riducendo la durata media della procedura da cinque anni a due mesi. L’anno scorso, l’8% delle cause civili è stato evaso grazie a questo sistema, con effetti positivi sulle spese a carico delle parti e dello Stato boliviano.
Per facilitare l’accesso alla giustizia alle fasce a basso reddito, la Svizzera contribuisce a promuovere la conciliazione a livello locale. Un progetto di legge generale sulla conciliazione a livello comunale è attualmente in fase di approvazione.
La prossima tappa consisterà nel pensare alle possibilità di estenderla alle cause del diritto di famiglia, del lavoro o in materia penale per reati minori. Saranno organizzati anche corsi di formazione destinati ai servizi pubblici, tra cui quelli del Ministero della giustizia.
Nell’ambito di questa riforma, grazie all’interazione tra potere giudiziario, il difensore civico e la società civile, sono stati compiuti anche altri progressi, tra cui una migliore protezione dei diritti delle persone detenute, in particolare di donne e giovani, l’elaborazione di una politica in materia di parità dei sessi e lo sviluppo di una sensibilità per le questioni di genere nell’ambito delle procedure e delle prassi giudiziarie.
L’accesso alla giustizia per le donne mostra già segni di miglioramento: tra il 2013 e il 2017, il 40% delle 64’000 cause evase dai tribunali era stata promossa da donne.
Sito web DSC: Bolivia
Libano: l’impatto della crisi siriana sulle risorse idriche
Il conflitto che affligge la Siria dal 2011 ha spinto alla fuga milioni di persone. Benché la maggior parte di esse sia rimasta entro i confini siriani, i Paesi limitrofi hanno accolto cinque milioni di profughi. In Libano l’esodo ha assunto proporzioni immani, al punto che ormai i profughi siriani rappresentano un quarto della popolazione.
La pressione demografica legata a questo fenomeno aggrava i problemi sanitari e di approvvigionamento idrico. Queste difficoltà si manifestano in tutto il territorio libanese, ma assumono dimensioni particolarmente gravi nella valle della Bekaa. In questa regione, vasta grossomodo quanto i Cantoni di Vaud e Neuchâtel messi insieme, vive un milione di persone.
In certe zone il numero di profughi siriani supera addirittura quello della popolazione indigena. L’approvvigionamento idrico della popolazione registra interruzioni sempre più frequenti e i profughi siriani vivono in condizioni ancora peggiori. Molti di essi vivono da anni in ripari di fortuna, senza vere e proprie fonti di acqua potabile.
Dal 2016 l’Aiuto umanitario della Svizzera ha messo in atto un progetto volto a consentire l’uso, la distribuzione e il trattamento dell’acqua potabile nella valle della Bekaa. Gli ingegneri della DSC operano in collaborazione con il Bekaa Water Establishment, ente corrispondente a un’azienda industriale cantonale. Il progetto è inteso a garantire a tutta la popolazione, libanese e siriana, un accesso a fonti idriche e a servizi igienico-sanitari.
Video (en): Switzerland's commitment to sustainable water management in Lebanon